Onorevoli Colleghi! - La situazione attuale della pesca dilettantistica nelle acque dolci interne si presenta molto variegata, soprattutto in funzione dei diversi fattori, diretti e indiretti, che ruotano intorno alla stessa.
Per quanto riguarda la qualità delle acque si evidenzia complessivamente un generale inquinamento delle stesse, pur nella sostanziale differenza di valori riscontrabile da zona a zona, sia in funzione dell'eccessiva antropizzazione, sia in conseguenza di una politica di sviluppo che ha trascurato ogni logica di tutela ambientale, ignorando le incompatibilità tra cementificazione e sfruttamento delle risorse naturali, tra risorse idriche e scarichi industriali e fognari.
Le acque interne possono suddividersi in private, pubbliche o sottoposte a vincoli o convenzioni di vario genere. Le acque pubbliche sono certamente le più disastrate non solo per la concezione diffusa che, in nome di un interesse collettivo, ognuno sia autorizzato a fare quello che vuole, ma anche perché, di fatto, non esiste il minimo controllo in merito, soprattutto in termini di vigilanza.
Le acque sottoposte a vincoli o convenzioni funzionano a fasi alterne e contrastanti, soprattutto in funzione della serietà dei titolari, risultando migliori, quindi, le concessioni gestite dalle associazioni locali rispetto a quelle ricadenti all'interno di «carrozzoni» a livello nazionale nei quali prevale solo l'aspetto agonistico. Anche nelle acque interne private occorre comunque dividere quelle utilizzate per meri fini di sfruttamento da quelle in cui si effettua